Nel pomeriggio di sabato 2 agosto il territorio di Bellaria-Igea Marina è stato interessato da un temporale a supercella che ha prodotto grandine di significative dimensioni.

Per la giornata di sabato 2 agosto il contesto meteorologico vedeva la previsione di temporali sparsi e localmente intensi (generalmente di breve durata) in transito sulla costa romagnola. Tuttavia, tra Savignano (FC), San Mauro Pascoli (FC) e Bellaria-Igea Marina (RN), uno di questi è evoluto in una supercella temporalesca.
Le supercelle temporalesche sono temporali di particolare intensità, che possiedono caratteristiche proprie capaci di renderli molto pericolosi, poiché in grado di scaricare ingenti quantità di pioggia, generare grandine anche di dimensioni considerevoli e raffiche di vento molto forti.
Gli effetti maggiori si sono avuti nella località di Bellaria-Igea Marina, dove il transito dell’intenso temporale, pur di breve durata (arco temporale inferiore a 30 minuti), ha prodotto accumuli di 10-20 mm, grandine con dimensioni variabili tra i 2 cm e i 5 cm, nonché raffiche di vento fino a 60-70 km/h.
L’elemento di maggior rilievo è stato sicuramente la grandine, che ha prodotto diversi danni in particolare alle carrozzerie delle automobili, ma anche ad alcuni vetri e lucernari, così come a strutture mobili quali gazebi ed ombrelloni.
Le raffiche di vento registrate, pari all’intensità di burrasca, hanno determinato la caduta di alcuni rami.



ANALISI TECNICA DELL’EVENTO
La situazione che ha portato al verificarsi della supercella grandinigena nel pomeriggio di sabato 2 agosto 2025 sulla Romagna vedeva tre masse d’aria: una più fresca, derivante dalle correnti discendenti dei violenti temporali veneti, una secca discendente dagli Appennini, ed una caldo-umida sul Mar Adriatico che trasportava fino a terra “carburante” a disposizione dei temporali (Fig. 1).
Il temporale si è originato per la sovrapposizione di due fattori, ovvero il riscaldamento diurno da parte del Sole, che ha destabilizzato l’atmosfera, e l’arrivo delle masse d’aria secca e fredda.
Quest’ultima, essendo appunto fredda e quindi più densa, ha sollevato la massa d’aria instabile che incontrava generando temporali.
E perché non si è sviluppata semplicemente un’estensione della linea di temporali già presente a nord del nostro territorio, ma una pressoché singola cella temporalesca evoluta successivamente in supercella? Un motivo lo si può individuare osservando in quale direzione si ha la differenza di velocità del vento tra le quote indicate (in questo caso, utilizzando il parametro Deep Layer Shear, stiamo vedendo la differenza tra il vento al suolo e quello a 6 km di quota, spesso molto utile per capire se gli eventuali temporali potranno essere organizzati e quindi capaci di produrre fenomeni intensi).
Ebbene, guardando verso la pianura veneto-friulana, tali vettori risultano essere tendenti al parallelo con la linea temporalesca, entrambi lungo l’asse Sud-Ovest -> Nord-Est.
Al contrario, sulla costa romagnola i vettori di shear risultano essere più incidenti con i fronti.
Cosa comporta questa differenza? Una differente evoluzione dei temporali presenti.
Se i vettori di shear ed un’eventuale convergenza (scontro) di venti al suolo sono paralleli, le celle temporalesche che si formano su tale convergenza verrano inclinate dal forte vento in quota una sull’altra, evolvendo rapidamente in una linea.
Al contrario, se c’è maggior incidenza o perpendicolarità, le celle verrano inclinate non lungo la convergenza ma allontanandosi da questa, mantenendo le celle separate tra loro almeno nelle loro fasi iniziale.
Se poi le condizioni meteorologiche sono adatte come in questo caso, le celle possono evolvere in supercelle con tutti i rischi del caso, inclusa la grandine di notevoli dimensioni.
La formazione della supercella è stata probabilmente indotta anche da una tripla convergenza tra venti di sud-est sul mare che hanno ulteriormente trasportato umidità ed energia verso la costa, venti da sud-ovest provenienti dall’entroterra e probabilmente anche una componente di venti da ovest/nord-ovest che ha generato un “punto triplo” di confluenza tra venti di direzione diversa. Questo fatto ha probabilmente avuto un ruolo importante nell’intensificare il temporale portandolo allo stadio di supercella temporalesca.


Per Bellaria-Igea Marina (RN) si è trattato sicuramente di un evento significativo e non particolarmente frequente, dato che per risalire all’ultima supercella temporalesca capace di produrre grandine di questa dimensione, bisogna risalire al 9 luglio 2019.
Ulteriori video sull’evento disponibili sul mio profilo instagram.
Redazione e sopralluogo a cura di Federico Antonioli – MeteoFed
Analisi tecnica a cura di Federico Pavan – Progetto PreTemp.